| Allora questo è quello che per ora dice riguardo a Chaos^^
I passi che posterò sono tratti dal libro "L'Universo, gli Dèi, gli Uomini" di Jean-Pierre Vernant
Chaos
Che cosa c’era, quando ancora non c’era qualcosa, quando non c’era proprio nulla? […] In principio, fu Voragine. I Greci la chiamarono Chaos. Che cos’è Voragine? E’ un vuoto, un vuoto oscuro, dove niente può essere distinto. E’ un punto di caduta, di vertigine e di confusione, un precipizio senza fine, senza fondo. Si viene ghermiti da Voragine come dall’apertura di fauci immense in cui tutto può essere ingoiato e confuso in un’unica notte indistinta. In origine dunque, non esisteva che Voragine, abisso cieco, notturno, sconfinato. Poi apparve la Terra. I Greci la chiamarono Gaia. E’ dal seno stesso di Voragine he sorse la Terra. Eccola dunque, nata subito dopo Chaos, di cui rappresenta per certi aspetti il contrario. […] Alla confusione, all’indistinto carico di tenebre di Chaos, Gaia oppone nettezza, compattezza, stabilità.
Nato dalla vastità di Voragine, il mondo ha da allora in poi una superficie. […] Sottosuolo che si prolunga tanto all’infinito e tanto indeterminato che, in un certo senso, ciò che si trova alla base di Gaia, sotto la superficie sicura e solida, è sempre l’abisso, il Chaos. La Terra, sorta dal seno di Voragine, vi si riunisce nelle sue profondità. Il Chaos evoca per i Graci una specie di nebbia impenetrabile in cui tutti i confini risultano confusi. Nel più profondo della Terra, si ritrova l’aspetto caotico originale. […]La Terra resta, nelle sue profondità, simile a Voragine. E’ la Terra nera. Gli aggettivi che la definiscono nei racconti sono simili a quelli che dicono la Voragine. La Terra nera si estende fra il basso e l’alto; da un lato ci sono le sue profondità – l’oscurità e le radici nella Voragine – e, dall’altro , le montagne coronate di neve che essa proietta verso il cielo, le cime chiare e luminose le cui sommità più elevate raggiungono quella zona del cielo sempre inondata di luce. Di questa dimora che è il cosmo, la Terra costituisce la base, ma non ha soltanto questa funzione. Terra partorisce e nutre ogni cosa, eccetto alcune entità sorte da Chaos. […]Dopo Chaos e Terra appare per terzo quello che i Greci chiamano Eros, a cui più tardi detterò il nome di “il vecchio Amore”. (che non è lo stesso Eros o Cupido di Venere)[…] Il mondo si forma così a partire da tre entità primordiali: Chaos, Gaia, Eros. […] Abbandoniamo per un attimo la discendenza della Terra e ritorniamo invece a quella del Caos. Voragine generò due figli, uno si chiama Erebos, Erebo, l’altro Nyx, Notte. Come prolungamento diretto del Caos, Erebo è il nero assoluto, l’intensità delle tenebre allo stato puro, quella che non si mescola e non si sfuma con niente. Diverso è il caso della Notte. Anche lei, così come Gaia, ha la capacità di procreare senza doversi unire con nessuno, come se ritagliasse i proprio figli dal suo stesso tessuto notturno: si tratta, da una parte, di Aither, Etere, Luce etera, e, dall’altra, di Hemera, Emera, Luce del Giorno. Erebo figlio di Voragine, rappresenta il nero più consono a Caos. Notte, richiede invece l’esistenza del giorno. Che cosa fa Notte quando genera Etere e Emera? Così come Erebo era l’oscurità allo stato puro, Etere è la luminosità allo stato puro. […] Se Erebo raffigura un’oscurità totale e definitiva, Etere incarna invece la luminosità assoluta. Tutti gli essere che vivono sulla terra sono creature del giorno e della notte; eccetto che nell’istante della morte, tutti loro ignorano quell’oscurità totale in cui nessun raggio di sole riuscirà mai ad aprirsi un varco e che è la notte dell’Erebo.[…] Ecco la nuova disposizione nell’universo: in alto, gli dei celesti nell’Etere splendente, in basso, gli dei sotterranei o quelli che sono stati vinti e cacciati nel Tartaro, che vivono una notte ininterrotta… […]
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